Colloqui di lavoro: come fare le domande tabù

colloquio di selezione neutro

In Italia, le aziende devono conformarsi a diverse normative per garantire al loro interno le pari opportunità, la parità di genere, la responsabilità sociale e a breve la trasparenza retributiva. Per essere in linea con le direttive UE e le leggi nazionali molte aziende stanno analizzando il processo di reclutamento e formano il personale su come condurre le interviste di selezione evitando, innanzitutto, le domande che potrebbero essere considerate discriminatorie.

Ci sono infatti alcune domande che si continuano a fare, ma che già da tempo andrebbero evitate nelle interviste di selezione. Oggi le persone che affrontano i colloqui di selezione sono più preparate di un tempo sui loro diritti e inoltre, per la scarsità di competenze reperibili sul mercato, hanno molte possibilità di scelta, quindi anche chi intervista deve essere ben preparato. Si sa che è in atto una rivoluzione copernicana, o forse è già avvenuta. Le aziende faticano a trovare i candidati e sono le persone che selezionano le opportunità. Quindi, se fino a pochi anni fa andavano per la maggiore i consigli ai candidati su come rispondere bene ai colloqui di lavoro, vediamo un’inversione di tendenza: oggi è il l’HR che deve fare attenzione alle domande che fa per non farsi scartare dai candidati più interessanti.

Ecco un elenco di cose che non si possono chiedere:

Età: quanti anni hai / data di nascita

Disabilità: hai qualche disabilità di cui dovremmo essere a conoscenza?

Stato di salute: sei stato assente dal lavoro negli ultimi anni a causa di malattie?

Orientamento sessuale: sei sposato o hai un partner dello stesso sesso?

Stato civile e familiare: hai figli o prevedi di averne nel prossimo futuro?

Opinioni politiche, religiose o sindacali: quali sono le tue opinioni politiche? A quale religione appartieni?

Retribuzione: a breve – per la Direttiva UE contro la disparità retributiva – non si potrà più chiedere il livello della retribuzione della persona che si candida, ma l’azienda dovrà essere trasparente sullo stipendio previsto per il ruolo

Ma se abbiamo proprio bisogno di avere queste informazioni? Più avanti vi consiglieremo alcuni escamotage per ottenere comunque le risposte, ma prima vorrei suggerirvi una riflessione: iniziamo noi professionisti del reclutamento a farci la domanda giusta. Perché abbiamo bisogno di sapere quella cosa da quella persona? Perché, ad esempio, dobbiamo sapere quanti anni ha la candidata che è seduta di fronte a noi? e se ha avuto figli ? voi pensateci, ma la risposta ve la do io: è per fare qualche conto e capire se è a “rischio maternità” a breve. E’ una preoccupazione lecita magari in una piccola azienda che non può permettersi di avere un backup per un ruolo di responsabilità. Quindi non sarà “compliant” con le norme della Diversity & Inclusion, ma è una resistenza comprensibile.

Come fare quindi per aggirare la domanda tabù? torniamo al punto di prima. Chiedetevi perché vi serve quella informazione non in generale, ma in relazione al ruolo per cui state facendo quel colloquio e quindi traducetela, in trasparenza, comunicando il vero motivo per cui lo state chiedendo. Vi renderete conto che in molti casi fate alcune domande per abitudine o per bias culturali anche se in realtà non avreste bisogno di sapere quell’aspetto della vita della persona che state per assumere.

Ma come promesso, ecco alcuni modi per aggirare le domande tabù – che dovrebbero farvi anche riflettere sui veri motivi per cui state cercando quelle risposte-:

Età: questa posizione richiede che il candidato sia maggiorenne. Sei in grado di fornire una prova di età se necessario? Questa posizione richiede una formazione di almeno 4 anni per sostituire chi poi andrà in pensione. Non vorremmo trovarci nella stessa situazione a breve. Quanti anni di lavoro, indicativamente, ti rimangono fino alla pensione? Puoi verificare il dato e comunicarcelo prima possibile?

Disabilità: ci sono degli adattamenti specifici di cui avresti bisogno per svolgere questo lavoro nel modo più efficace? La nostra azienda ha bisogno di inserire tot persone appartenenti alle categorie protette, daremo quindi priorità a persone con questo requisito, se rientri sarà utile che tu mi faccia avere la documentazione relativa.

Stato di salute: questa posizione può richiedere sforzi fisici come sollevare oggetti pesanti. Sei in grado di svolgere queste attività? Questo ruolo porta a contatto con polveri e abbiamo visto che persone con problemi tipo asma o allergie mal tollerano determinati reparti. Nel tuo interesse, è utile che tu mi dica se ci sono ambienti che per te sarebbero inadeguati.

Orientamento sessuale: non ha senso ne formulare ne riformulare questa domanda perché l’orientamento sessuale non è rilevante per la valutazione delle competenze professionali.

Stato civile e familiare: questa posizione richiede disponibilità per viaggi di lavoro anche con scarso preavviso e flessibilità di orario. Sei in grado di soddisfare questi requisiti? E pensi di poterlo essere anche in futuro?

Opinioni politiche, religiose o sindacali: Anche queste domande non dovrebbero essere riformulate poiché non sono pertinenti per la valutazione delle competenze professionali.

Retribuzione: il livello di inserimento previsto per questo ruolo è 40 K di RAL per una persona che deve essere in parte formata, ma può essere superiore per chi soddisfa completamente le esigenze che abbiamo. Attualmente quali sono le tue esigenze o aspirazioni retributive per valutare il cambiamento? Hai già dei benefit che vorresti conservare?