Chissà se Babbo Natale, tanti anni fa, aveva fatto un progetto di business prima di lanciarsi a solcare il cielo notturno con la sua slitta? Aveva calcolato tempi di produzione? Tempi di consegna? Risorse disponibili?
Il Business Model Canvas è un modello grafico che permette di razionalizzare un progetto di business tenendo conto di tutte le variabili che ne possono decretare il successo (o anche no).
Si usa per start up, nuovi progetti aziendali o per analizzare nel dettaglio attività già in essere, per mettere nero su bianco la proposta di valore, la clientela target, i partner, le risorse e tutto quanto compone un progetto vincente.
Oggi giochiamo con te a capire i fattori chiave del successo della Babbo Natale’s Corporation e l’utilità di utilizzare un modello di questo tipo (vedi immagine) per realizzare il progetto per la tua Azienda che magari hai in mente da molto tempo.
Iniziamo dal riquadro dei clienti, perché senza clienti, si sa, non si fa business.
Segmenti di clientela
Babbo Natale raggiunge un mercato di massa ma con una prima grande segmentazione: chi si comporta bene, chi male.
Ciò che è importante sottolineare è però come si guardi bene dal generalizzare o affidarsi a dati demografici (maschio/femmina, tot anni) e parta da ogni cliente ascoltando il suo vero desiderio. Attenzione, quali sono i veri clienti di Babbo Natale? I bambini che desiderano o i genitori che acquistano?
Proposta di valore
La proposta di valore di Babbo Natale non è regalare giocattoli; per quello ci sono anche la Befana e il coniglio pasquale, ma è realizzare piccoli sogni. Quando un bambino, scartando un pacco, dice con stupore “era proprio quello che volevo” ecco, qui sta il vero valore identificativo della Ditta di Babbo Natale.
Canali
I canali di Babbo sono: la sua casa, i villaggi sparsi per il mondo, le buche delle lettere (anche se non sono le sue, ma ormai sono usate solo per quello quindi con una forzatura si potrebbe affermarlo), i camini, le renne, gli elfi, ecc.
Relazione con i clienti
Senza dubbio co-creativa, sono i bambini aiutati dai loro genitori che esprimono i loro desideri, da lì parte il processo di creazione del valore che culmina con la consegna del regalo.
Flussi di ricavi
A parte qualche ricavo da royalties per qualche comparsata in Film di successo e pubblicità di note marche di bibite (che rendono sostenibile il modello), i veri ricavi di Babbo non sono monetari: bambini più felici e il rinnovarsi della fiducia nella magia del Natale, accompagnati da una bella tazza di latte e biscotti lasciata per il pit-stop al termine della consegna sono i criteri che misurano il successo del suo operato.
Risorse chiave
Senza il suo team sarebbe dura arrivare in ogni luogo: elfi e renne sono fondamentali. Gioca il ruolo chiave anche il suo personal brand altrimenti troverebbe caminetti chiusi e genitori diffidenti nel farlo entrare. Non dimentichiamoci il magazzino!
Attività chiave
Sicuramente l’ascolto dei clienti è fondamentale, lo è altrettanto lo scouting dei fornitori, la pianificazione logistica e la consegna dei regali.
Partner chiave
Come ogni impresa non fa tutto al proprio interno e si appoggia a una rete fidata di store per il prelievo dei regali e ovviamente ai genitori che supportano la buona riuscita di tutto il processo
Struttura dei costi
Luci e decorazioni, cibo per le renne, biscotti per gli elfi sono le principali fonti di costo.
Altri grandi consigli e intuizioni
Babbo Natale porta UN SOLO regalo ad ogni bambino buono
Anche se il regalo è piccolo, non aggiunge cose perché sa che aggiungere cose al regalo principale ne sminuisce il valore nella percezione del destinatario Avete presente: “compri una rete per il letto e ti do cuscini, trapunta e pure materasso”?
Nel business questo succede continuamente.
Tantissime PMI, anziché lavorare sulla propria differenziazione e cercare di conoscere e comprendere i propri clienti, tendono ad aggiungere a prodotti e servizi una marea di accessori e prodotti inferiori.
Sa che i suoi clienti non sono i suoi clienti
Volendo rompere per un attimo l’atmosfera magica, i clienti di Babbo Natale sono mamme e papà, nonne e nonni, zie e cugini, anche coloro che non credono in lui. Diciamo clienti se ci riferiamo alla definizione di soggetti paganti.
Quando però prepara i regali o porta avanti la campagna della speranza e della fiducia si rivolge ai bambini e ha in testa i bambini – quelli che dal suo punto di vista sono i suoi veri clienti.
Babbo Natale ha un personal branding da paura ma…
Scordiamoci che dietro tutto questo ci sia Coca Cola. Per un momento. Chi può vantare un personal branding pari a quello di Babbo Natale?
Risposta: pochi. Forse nessuno. Forse solo alcuni per i quali si rischia di diventare sacrileghi.
Ma la cosa più interessante è che il suo personal branding si basa davvero “su ciò che le altre persone dicono di lui”. Non è continuamente su Facebook, non su LinkedIn – per quanto sia un grande professionista. E non ci bombarda da Instagram con i suoi selfie con la super casa al polo e le renne smorfiose.
Al di là dell’ironia, ciò che voglio dire è che si tratta di un personal branding costruito sulle competenze. Sa viaggiare su una slitta trainata da renne, sa entrare nelle case dai camini, e anche senza camini. Porta regali e mantiene promesse. Questo basta.
Non solo business, ma anche impatto
Per concludere mi sembra giusto parlare di Impatto, quello vero. Cercare di rendere migliore il mondo. Anche con il nostro business.
Babbo Natale è un esempio ed un eroe perché ci riesce da centinaia di anni.
La vera missione di Babbo Natale, il modo in cui crea impatto, non è consegnare regali ma ricordare a noi grandi, di mantenere accesa la magia per i nostri bambini.
(tratto da un articolo di Michela Spagnolo di https://www.beople.it)